Coordinamento sovraprovinciale

Il coordinamento tra le regioni dell'arco Alpino italiano

Attualmente, parte del settore centrorientale delle Alpi è interessato dalla presenza di alcuni esemplari di Orso bruno. Si tratta di un numero limitato di animali, i quali costituiscono il margine nord-occidentale della cospicua popolazione che dalla Slovenia si estende attraverso i complessi montuosi dinarico-balcanici sino in Grecia. Quello che interessa l’Arco alpino orientale è un unico nucleo, a bassa o bassissima densità, costituito in prevalenza da esemplari di sesso maschile, originatosi a partire dalla seconda metà degli anni ’60 per naturale espansione in Italia ed in Austria della popolazione presente sul territorio sloveno. Nel Trentino occidentale è invece presente la neo popolazione vitale, costituita da circa 82-93 animali (dati di fine 2019), originatasi dagli orsi rilasciati nell’ambito del progetto Life Ursus tra il 1999 ed il 2002, condotto dal Parco Naturale Adamello Brenta in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. La popolazione trentina è in costante crescita numerica.

Per quanto la Valle dell’Adige costituisca un’importante barriera ecologica agli spostamenti degli orsi, sul medio-lungo periodo si stima che siano possibili connessioni tra le due popolazioni, grazie agli spostamenti esplorativi/dispersivi tipici dei giovani maschi.

Gli Stati dell’Unione Europea che ospitano popolazioni di orso bruno sono tenuti, ai sensi della direttiva “Habitat” 92/43/CEE a sorvegliarne lo stato di conservazione, promuovere la ricerca e lo scambio di informazioni per garantire un efficace coordinamento della ricerca ed incentivare la cooperazione transfrontaliera in materia. Inoltre la conservazione dell’Orso bruno, specie di interesse Comunitario, è di competenza del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e, coerentemente con il dettato delle disposizioni nazionali ed internazionali, delle Amministrazioni locali competenti in materia di gestione della fauna selvatica. Oggi la conservazione dell’Orso bruno sull’arco alpino non dipende solo da componenti strettamente ecologiche (condizioni ambientali) ma, anche e soprattutto, dall’attitudine dell’uomo nei suoi confronti. Sono prioritari il monitoraggio della specie e l’attivazione di misure coordinate di prevenzione e mitigazione dei conflitti con le attività dell’uomo, tenendo conto delle peculiari situazioni normative e organizzative degli Enti, facendo tesoro delle esperienze finora maturate nelle realtà locali. In particolare le Regioni e le Province autonome svolgono un ruolo cardine nella gestione dell’Orso bruno nell'ambito dei territori di competenza, in quanto Enti in grado di coordinare le attività svolte dai vari soggetti, istituzionali e non, coinvolti nelle tematiche concernenti l’orso (Aree protette, Università, Associazioni ambientaliste e venatorie ecc…).
Sul versante italiano delle Alpi questa esigenza di coordinamento a livello di organizzazioni governative è stata evidenziata da tempo dalla Provincia Autonoma di Trento e condivisa dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio il quale, con nota di data 4 settembre 2003 ha affidato alla Provincia stessa l'organizzazione del coordinamento delle attività di conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi. Lo stesso Ministero ha indicato l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica quale Soggetto in grado di fornire supporto scientifico. In questo quadro il Ministero dell’Ambiente ha messo a punto e sottoscritto, in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento, uno schema di protocollo di intesa che coinvolgeva la Provincia Autonoma di Trento, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, la Regione Veneto, la Provincia Autonoma di Bolzano, la Regione Lombardia e l’Isituto Nazionale per la Fauna Selvatica, proprio finalizzato alla gestione unitaria di questa importante presenza faunistica. Lo schema di protocollo prevedeva in particolare (art. 2) la redazione di un “Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno nelle Alpi centro-orientali”, quale strumento principale per collaborare nell’ambito della conservazione e gestione delle popolazioni di Orso bruno e per individuare una strategia comune e condivisa d’intervento, raccordando le azioni da intraprendere.
La redazione del documento, con il coordinamento della Provincia Autonoma di Trento e la supervisione scientifica dell’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, è stata ultimata nel corso della primavera 2007. Il piano d’azione è denominato PACOBACE (scaricabile sotto).